Malattia infiammatoria cronica e recidivante, la rosacea presenta caratteristiche variabili e un’eziopatogenesi non ancora del tutto chiara. Ben evidente è invece l’impatto che il disturbo può avere sulla qualità di vita dei pazienti minandone, spesso in maniera severa, l’autostima e il benessere e generando una condizione di stress che, in un circolo vizioso, peggiora il problema. Individuiamo con l’aiuto del dottor Michele Pezza, medico – chirurgo specialista in Dermatologia e Venereologia, coordinatore regionale per la Campania dell’ISPLAD, dieci tratti che definiscono la patologia.
1. Non colpisce solo il viso
Nella stragrande maggioranza dei casi la rosacea interessa la zona centrale del viso, guance, naso, mento e fronte, ma può estendersi anche ad altre aree cutanee come schiena e torace.
2. Interessa soprattutto le donne
Il disturbo colpisce le donne con una frequenza di 3 a 1 rispetto agli uomini, interessando in modo particolare i fototipi chiari (1 e 2). L’incidenza aumenta con l’età e nelle donne il periodo che precede la menopausa può scatenare oppure aggravare la patologia.
3. Non si manifesta solo con rossore e bruciore
Si distinguono quattro tipi di rosacea con sintomatologia differente. Rossore e sensazioni di calore, bruciore e pizzicore sono segnali caratteristici della rosacea eritemato-teleangectasica che si manifesta con flush, arrossamenti improvvisi man mano sempre più frequenti e duraturi. Nel tempo compaiono piccoli capillari superficiali, sempre più grandi, ramificati e visibili.
4. Si può confondere con l’acne
Può succedere a un occhio poco esperto con un secondo tipo di rosacea, quella papulo-pustolosa che si caratterizza per la presenza di papule e pustole. A differenziarla dall’acne è l’assenza di comedoni.
5. Può portare a deformazioni importanti
La rosacea fimatosa, che in genere rappresenta lo stadio finale della malattia, determina una crescita anomala delle ghiandole sebacee e del tessuto connettivo. Un processo che interessa in modo particolare il naso (si parla di rinofima) ma che può colpire anche fronte, mento, orecchie e palpebre.
6. Possono essere assenti sintomi cutanei
La rosacea oculare è la quarta tipologia di rosacea che interessa l’apparato oculare, senza manifestazioni a livello della cute. Si manifesta prevalentemente con congiuntivite cronica con infiammazione del bordo palpebrale e infiammazione della ghiandola di Meibomio. Le complicanze corneali comprendono vascolarizzazione corneale, ulcerazioni, cicatrici e raramente perforazione. La malattia può anche associarsi a sintomi sistemici a livello cardiovascolare. La diagnosi spesso è rallentata, soprattutto nei bambini, proprio a causa dell’assenza di sintomi cutanei.
7. Le cause non sono del tutto note
La predisposizione genetica è la condizione di base a cui si aggiungono una serie di concause di vario genere. Ad un’alterata stimolazione delle ghiandole sebacee e a disturbi della circolazione sanguigna, si associa un’attività anomala del sistema immunitario in grado di attivare una risposta amplificata a stimoli esterni con un aumento delle citochine pro-infiammatorie, in particolare l’interluchina-8. Tra i fattori scatenanti e aggravanti si elencano inoltre disbiosi intestinale, infezioni da Helicobacter Pylori e alterazioni del microbioma cutaneo che stimolano la cascata infiammatoria. In soggetti affetti da rosacea è stata riscontrata inoltre una congenita debolezza della barriera protettiva cutanea.
8. È coinvolto anche un acaro
Studi recenti hanno evidenziato una correlazione tra la rosacea e la crescita sulla pelle del Demodex folliculorum, un acaro che vive normalmente nei follicoli piliferi del volto. Cresce a dismisura quando la qualità del sebo varia. La sovrapproduzione di questi acari infetta le ghiandole, scatenando il processo infiammatorio caratteristico della rosacea.
9. Il trattamento può essere sia topico che sistemico
La patologia viene trattata in maniera diversa in base a tipologia e stadio specifico. Nella rosacea eritemato-teleangectasica si può ricorrere alla brimonidina, un farmaco antinfiammatorio a cui è possibile associare una terapia fisica con laser e luce pulsata per ridurre l’eritema. Si ricorre a laser specifici anche per eliminare le teleangectasie e ridurre chirurgicamente il rinofima. Gold standard per la terapia topica della rosacea papulo-postulosa è il metronidazolo allo 0,75% a cui di recente è stata affiancata l’ivermectina, antiinfiammatoria e antiparassitaria.
Le forme più severe e recidivanti suggeriscono l’impiego di farmaci sistemici, in particolare antibiotici come la doxiciclina, a dosaggi bassi (40 mg) e rilascio prolungato che può essere usata in monoterapia o associazione con altri trattamenti. Le terapie di combinazione possono prendere in considerazione brimonidina topica con ivermectina topica, metronidazolo topico con doxiciclina orale; ivermectina, metronidazolo e acido azelaico sono appropriati per la terapia di mantenimento.
10. Le buone pratiche sono d’aiuto
Alcuni accorgimenti quotidiani consentono di tenere meglio sotto controllo la malattia, contenendone i sintomi e frenandone l’aggravarsi. Sono da evitare l’esposizione non protetta al sole dal momento che gli infrarossi generano calore accentuando il rossore. Dannosi sono anche gli sbalzi di temperatura, l’esposizione ai climi caldo-umidi e ventosi che possono favorire la dilatazione dei capillari. Si suggerisce l’astensione da cibi piccanti e bevande alcoliche optando per un’alimentazione ricca di frutta e verdure fresche. Da evitare l’uso di pomate cortisoniche, soprattutto senza indicazione dello specialista. Consigliabile infine rivolgersi al dermatologo per avere indicazioni in tema di skincare quotidiana.