Marina-Romagnoli

Dott.ssa Marina Romagnoli

«I filler sono e devono rimanere un trattamento medico. E come tale deve essere effettuato da chi ha conseguito una laurea in medicina o, come è stato stabilito più di recente, anche in odontoiatria. Perché se è vero che il filler è super gettonato e le richieste aumentano sempre di più, è pur vero che qualche rischio esiste e chi lo effettua deve saper gestire ogni eventualità. Ragion per cui è prudente affidarsi a professionisti che nel post laureaabbiano seguito un percorso formativo idoneo verificabile dal curriculum vitae». La dermatologa Marina Romagnoli, che fa parte del Consiglio Direttivo ISPLAD, ci tiene a mettere i punti sulle “i”, sulla scia di un recente alert dell’FDA che riassume tutto ciò che occorre sapere sul trattamento iniettivo, sia dal punto di vista del medico che di quello del paziente.

Dottoressa Romagnoli, sembrerebbe scontato affermare che i filler devono essere effettuati da personale medico. Non è così?

Purtroppo no. Nonostante la legislazione italiana sia chiara a riguardo, esiste un abusivismo della professione. Così troviamo persone che si occupano di trattamenti estetici proporre filler improvvisati. Addirittura i filler sono acquistabili nelle farmacie senza ricetta, anche online, ed esiste persino chi se li auto-inietta, magari con l’aiuto di qualche tutorial trovato sui social e spesso postato da persone non autorizzate a farlo. I rischi possono essere davvero enormi. Ricordiamoci che chiunque faccia penetrare all’interno della cute dei materiali che siano dispositivi medici, sia con ago che con altri device (vedi penne a pressione), senza averne titolo commette un illecito ed è passibile di denuncia.

A quali rischi si può andare incontro se il filler non è effettuato da mani competenti?

Innanzitutto, ed è il problema minore, si potrebbe ottenere un risultato antiestetico. Dietro ad una seduta di filler c’è la scelta del materiale più idoneo per il paziente (ne esistono decine, diversi l’uno dell’altro) e la tecnica di iniezione, che non si può improvvisare e cambia a seconda dell’effetto che si vuole ottenere. Quando i filler sono usciti sul mercato esistevano pochissimi prodotti e le tecniche di iniezione erano sempre le stesse. Adesso tutto è cambiato: ci sono a disposizione tante sostanze e tanti modi di iniettarle: chi lo fa deve essere aggiornato e specializzato in materia.

Ci sono però dei pericoli più seri. Ad esempio si potrebbero avere delle reazioni allergiche. Succede raramente, ma si tratta di un’evenienza che può essere molto rischiosa e per la quale occorre un intervento tempestivo. Poi potrebbero verificarsi delle infezioni: un ambiente non idoneo, come uno studio improvvisato privo della dovuta asetticità può facilitare la proliferazione di batteri o miceti, con esiti deleteri non solo per la cute. Per non parlare del rischio più grave in assoluto che è quello di occlusione vascolare e conseguente necrosi dei tessuti. Succede quando si inietta il filler dentro dei vasi sanguigni, cosa che può capitare quando non si conosce l’anatomia del volto. Queste situazioni se non gestite in tempi molto rapidi da personale medico capace di affrontare tali emergenze, possono causare dei danni permanenti.

Cosa deve fare quindi una persona che volesse sottoporsi a un filler senza correre rischi?

Per prima cosa informarsi sull’idoneità del percorso formativo e sull’esperienza del professionista a cui ci si rivolge. Si tratta di un trattamento che richiede un’adeguata conoscenza della storia clinica, delle patologie in atto e dei farmaci assunti dal paziente come per qualsiasi altra procedura medica. Tra le controindicazioni relative al filler esiste infatti l’assunzione di farmaci antiaggreganti e anticoagulanti, medicinali che riducono le risposte immunitarie, malattie autoimmuni, ricorso a vaccinazioni o trattamenti odontoiatrici nelle settimane che precedono o seguono il trattamento. L’esecuzione del filler richiede quindi una visita preliminare e uno studio attento della fisionomia per poter proporre un percorso personalizzato anche in linea con i desiderata del paziente.

Il paziente poi, prima del trattamento, deve firmare un consenso informato all’interno del quale devono essere obbligatoriamente indicati gli effetti avversi che si possono verificare. In particolare è d’obbligo, come ha sancito una recente sentenza della Cassazione (n. 16633/2023) informare il paziente sulle conseguenze, con esclusione soltanto di quelle eccezionali e altamente improbabili. Una volta effettuato il filler, è sempre una buona regola farsi consegnare dal medico il talloncino della confezione utilizzata, per sapere che cosa è stato iniettato. Le sostanze attualmente più utilizzate sono l’acido ialuronico, acido polilattittico, policaprolattone, collagene, calcio idrossiapatite. Mentre tutte le nostre società scientifiche sconsigliano l’utilizzo di filler permanente a base di metacrilati e altre sostanze sintetiche, ed è assolutamente vietato l’uso del silicone.

Nel warning dell’FDA si fa riferimento anche agli eventi avversi rari, che devono essere immediatamente comunicati al medico. Quali sono?

Senza voler fare nessun allarmismo, poiché si tratta di eventi davvero molto rari (riguardano meno dello 0,4 per mille dei casi) è giusto che chi si sottopone a un filler sappia che esistono e che si manifestano con alcuni sintomi. Che sono: aspetto della pelle bianca, grigia o blu vicino al sito di iniezione, dolore, segni di ictus (inclusi difficoltà improvvise a parlare, intorpidimento o debolezza del viso, delle braccia o delle gambe, difficoltà a camminare, alterazioni visive, asimmetria del viso, forte mal di testa, vertigini o confusione) durante o subito dopo la procedura. In caso queste sintomatologie dovessero verificarsi, esistono procedure che ogni professionista abilitato conosce da attuare tempestivamente per ridurre o eliminare il rischio di sequele permanenti.

Queste sono poche e semplici regole per far sì che un trattamento migliorativo non si trasformi in un incubo, perché ancora oggi capita di dover porre rimedio ai guai dovuti al fai da te o a mani inesperte o, peggio, non autorizzate.