L’uso di integratori alimentari è in forte crescita. Oggi, solo in Italia, il mercato vale oltre 3,7 miliardi di euro, in aumento, tra il 2014 e il 2020, dell’8,2%. In particolare, piacciono i prodotti finalizzati alla cura e al mantenimento di una chioma forte e sana. Non sempre però capsule e bustine danno i risultati sperati e spesso la colpa è della mancanza di una corretta informazione sui reali benefici e sul profilo di efficacia e sicurezza di questi preparati. Vediamo cosa c’è da sapere.

Gli integratori per capelli sono utili in caso di caduta di capelli stagionale o legata a circostanze particolari. VERO

La caduta dei capelli ha un’eziologia multifattoriale che include fattori scatenanti interni ed esterni: cattiva alimentazione, inquinamento, esposizione ai raggi ultravioletti responsabili della formazione di radicali liberi, stress ossidativo e microinfiammazione dei follicoli piliferi, senza contare il naturale processo di invecchiamento.
«In tutti i casi in cui la perdita è legata a stress, debilitazione fisica dovuta a malattia o uso di farmaci come gli antibiotici, gli integratori per capelli possono essere un ausilio utile», spiega la dottoressa Mariuccia Bucci, dermatologo a Sesto San Giovanni e Milano e presidente Isplad.

Ai cambi di stagione, i capelli risentono degli sbalzi ormonali tipici di questi periodi dell’anno. In particolare, la caduta contestuale al periodo post-estivo nasce da uno stress elevato per la cute per diversi fattori concomitanti: massiccia foto-esposizione estiva, frequenti lavaggi, azione del sodio e di altri ioni contenuti nell’acqua marina o del cloro delle piscine. «Per quanto riguarda la dieta, le carenze nutritive e gli sbalzi improvvisi di peso dovuti a diete dimagranti drastiche indeboliscono i capelli, ne riducono il diametro, fino alla caduta (il cosiddetto “defluvium”)», prosegue Bucci.

«Attenzione soprattutto alle carenze di acidi grassi essenziali (EFA), vitamine, ferro: sono tra i motivi più frequenti di utilizzo di integratori alimentari. Ma questi formulati possono aiutare anche in caso di caduta di capelli dopo una gravidanza (effluvium post-partum) o causata da trattamenti antitumorali (radioterapia, chemioterapia)».

Gli integratori per capelli sono efficaci in caso di diradamento e assottigliamento in varie fasi della vita di una donna. VERO

L’alopecia femminile è strettamente legata all’equilibrio ormonale, specialmente alle fluttuazioni del livello di estrogeni e androgeni. È la ragione per cui si manifesta soprattutto in menopausa, in cui si verifica un abbassamento del livello degli estrogeni, ma anche in altre fasi di sbalzi ormonali, come adolescenza, gravidanza, post-partum. Queste condizioni fisiologiche possono essere supportate dall’assunzione di specifici nutraceutici, a base per esempio di vitamine A, C, D ed E, biotina, zinco e selenio.

In sinergia, questi principi attivi hanno dimostrato, in uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo della durata di sei mesi, di favorire la crescita di capelli visibilmente più spessi, più corposi e più forti delle donne in menopausa. La caduta dei capelli è diminuita progressivamente e significativamente per il gruppo attivo rispetto al placebo, culminando in una riduzione di oltre il 32% al termine dello studio. Gli stessi attivi risultano efficaci in caso di diradamento per varie cause e caduta dei capelli associata a micro-infiammazione, stress e danno ossidativo se formulati con ingredienti fitoattivi clinicamente testati, standardizzati e bio-ottimizzati.

L’efficacia degli integratori per capelli è sempre clinicamente testata. FALSO

Gli integratori alimentari sono regolati dalla Food and Drug Administration, l’ente regolare americano, come alimenti e non come farmaci, quindi non possono vantare proprietà terapeutiche. Anche il ministero della Salute definisce gli integratori come prodotti alimentari destinati a integrare la dieta con sostanze a effetto nutritivo o fisiologico (vitamine, minerali, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre e altri nutrienti), proposte in forme predosate.

Di conseguenza le aziende non devono dimostrare efficacia e sicurezza prima di renderli disponibili per i consumatori. Mentre alcuni formulati hanno forti prove a sostegno del loro uso per la crescita dei capelli, altri non sono stati (ancora) oggetto di studi clinici, ma hanno solo prove in vitro per la crescita dei capelli o sono stati testati solo sugli animali.

Gli integratori per capelli possono arrestare l’alopecia. FALSO

«Gli integratori sono utili come coadiuvanti di una terapia anticaduta, poiché integrano alcune carenze evidenziate dagli esami del sangue», chiarisce la dottoressa Bucci. «Vengono associati a cure topiche (shampoo anticaduta e soluzioni capillari), allo scopo di creare una sinergia d’azione».

Bisogna selezionare bene gli attivi. VERO

Ogni attivo, o mix di attivi, ha una sua peculiarità. Zinco e biotina hanno dimostrato un’utilità nel coadiuvare le terapie in caso di alopecia androgenetica maschile perché sembrano migliorare qualità e consistenza dei capelli, mentre un’integrazione di acidi grassi Omega 3 e 6 e antiossidanti è indicata per ridensificare i capelli assottigliati o diradati. In uno studio condotto su 120 donne, l’interazione di queste sostanze per sei mesi ha mostrato un miglioramento in termini di densità dei capelli e di riduzione di capelli caduti, sia in fase anagen che telogen.

«Oltre alle vitamine A, C e del gruppo B, vengono inseriti nelle formule, a seconda dell’obiettivo, antiossidanti vari come le oligoproantocianidine (estratte dall’uva) che proteggono il microcircolo o le catechine (dalle foglie di tè)», chiarisce la dermatologa. «La taurina è utile nell’invecchiamento del cuoio capelluto e nell’alopecia, gli isoflavoni di soia hanno un effetto positivo sulla crescita dei capelli, le poliammide svolgono un ruolo determinante nei processi di crescita e di differenziazione cellulare, e così via».

Prima di assumere integratori per capelli, è fondamentale il consulto dermatologico. VERO

Lo specialista può indirizzare verso formulati affidabili, identificando ingredienti, formulazioni e dosaggi corretti per ogni singolo caso. «Esistono svariate categorie di prodotti, distinte in base al meccanismo d’azione: azione sul microcircolo, azione di tipo trofico, azione antiossidante, ottimizzazione della fase catagen, contrasto dell’infiammazione peribulbare», conferma la dermatologa.

«È fondamentale scegliere correttamente». Data la regolamentazione limitata in questo settore, è imperativo che i medici educhino i pazienti anche sui potenziali rischi relativi agli ingredienti e ai dosaggi, nonché legati alla mancanza di controllo normativo. «Inoltre bisogna ricordare che gli integratori per capelli devono essere assunti per circa tre mesi, in associazione a una terapia topica, per avere dei benefici. La ricrescita è essere visibile dopo circa quattro mesi di trattamento».

Gli integratori per capelli sono sicuri, non hanno effetti collaterali. FALSO

Non essendo farmaci, gli integratori non hanno il foglietto illustrativo ma un’etichetta dove vengono fornite informazioni per un corretto utilizzo: sostanze presenti, dose giornaliera raccomandata, eventuali avvertenze, effetti fisiologici e nutritivi. Non sono privi da eventuali effetti collaterali o rischi di tossicità, teratogenicità, interazioni con farmaci, reazioni allergiche. Poiché non sono richiesti programmi di sorveglianza post-marketing, è fondamentale il consulto medico su eventuali rischi connessi alla propria storia personale, eventuali patologie croniche, allergie o assunzione di farmaci.