Peeling, dal verbo “to peel“, sbucciare, indica un trattamento professionale che, come dice il nome, esfolia la pelle, cioè in base all’agente utilizzato, alla sua concentrazione e al tempo d’applicazione, provoca una totale o parziale rimozione degli strati cutanei. La funzione? Doppia. «Da un lato esfoliante, dall’altra stimolante», spiega Francesco Antonaccio, specialista in dermatologia a Parma, «in quanto gli acidi utilizzati stimolano i fibroblasti a incrementare la produzione di fibre elastiche, collagene e glicosaminglicani, molecole in grado di trattenere acqua. In base alle condizioni della pelle e al risultato che si vuole ottenere, esistono diversi tipi di trattamento».

Peeling per un’azione di prevenzione o mantenimento

Per le pelli ancora giovani che soffrono di acne e/o desiderano un’azione soft, di prevenzione e/o rallentamento dell’invecchiamento, si può optare per sedute di peeling con acido glicolico al 50-70%. È indicato soprattutto quando cominciano ad apparire i primi segni di invecchiamento quali sottili rugosità e lievi discromie o per migliorare il risultato ottenuto mediante altri trattamenti come filler, biorivitalizzazione e radiofrequenza. «L’acido glicolico, estratto dalla canna da zucchero e usato sotto forma di lozione o gel, esercita un’azione superficiale sulla pelle», spiega il professor Antonaccio.

«La soluzione viene applicata sulla pelle e tenuta in posa al massimo qualche minuto. Poi si tampona con una soluzione di acqua e bicarbonato e si risciacqua. È adatto ai fumatori, a chi usa lampade solari o trascorre diverse ore davanti al computer, tutti fattori che accelerano l’invecchiamento». Essendo superficiale, occorrono più sedute per avere un buon risultato: in genere una ogni 15 giorni per due o tre mesi e poi una ogni due o tre mesi.

Peeling per pelle opaca e asfittica

Esistono peeling superficiali, medi e profondi. Il peeling superficiale agisce sullo strato più esterno, lo strato corneo, senza arrivare alla giunzione dermoepidermica. Va a rimuovere la patina di cellule devitalizzate che si depositano sul mantello protettivo della cute, togliendo luce e omogeneità all’incarnato. Determina quindi un miglioramento della texture e della luminosità della pelle. Questi trattamenti vengono chiamati anche “peeling della pausa pranzo” per il veloce recupero post-trattamento.

«In questo caso l’obiettivo è un “refreshing” della pelle, cioè un’azione levigante superficiale, una riduzione di irregolarità e dilatazione dei pori, al fine di rendere la cute visibilmente più compatta e levigata. Aiuta a rallentare il processo di invecchiamento (adatto quindi anche in giovane età). In questa categoria si collocano anche i peeling con effetto booster, cioè associati ad altre sostanze, come depigmentanti o antiossidanti, che vanno a potenziare l’azione esfoliante». Oltre all’acido glicolico, si possono utilizzare altri acidi: salicilico, piruvico, azelaico, retinoico, tricloroacetico (TCA) al 10-25%. Il peeling è anche una metodica ideale nelle fasi iniziali di acne o in caso di pelle asfittica.

Peeling indicati in caso di acne

Il peeling all’acido salicilico è utilizzato specialmente per le pelli grasse, data l’ottima azione su comedoni e lesioni acneiche come papule e pustole, ma è efficace anche per migliorare le macchie superficiali. Si utilizza in soluzione alcolica, con concentrazioni dal 20 al 30%, a seconda del tipo di pelle o dell’azione più o meno profonda che si intende ottenere. Per ottenere buoni risultati sono richieste tre o quattro sedute, distanziate di circa due settimane l’una dall’altra.

Peeling per rughe superficiali e macchie

«Per le rughe superficiali, le lentiggini da esposizione solare, le macchie scure dovute alla pillola anticoncezionale o alla gravidanza, può essere indicata la soluzione di Jessner, un peeling superficiale, ma piuttosto efficace, a base di alcol, acido salicilico, resorcinolo e acido lattico, che schiarisce e leviga la pelle», prosegue lo specialista. «La miscela viene applicata sul viso e lasciata assorbire. Il trattamento provoca una leggera desquamazione».

Peeling per rughette e piccole imperfezioni

In caso di foto e cronoinvecchiamento, microrugosità e discromie, piccole cicatrici, acne e seborrea è bene optare per peeling medi, in grado di arrivare fino alla giunzione dermoepidermica e al derma papillare. Generalmente il dermatologo utilizza acido piruvico o glicolico unito al TCA al 35% o alla soluzione di Jessner. «L’acido TCA a questa concentrazione consente di ottenere una forte esfoliazione e un consistente stimolo di rigenerazione della pelle», spiega Antonaccio. «Il procedimento è sempre lo stesso, ma l’azione esfoliante è più decisa e profonda rispetto al peeling superficiale, perché arriva fino al derma superficiale stimolando maggiormente la formazione di nuovo collagene e il ringiovanimento risulta evidente».

Peeling per cicatrici e rughe più profonde

«Il peeling profondo agisce, come dice il nome, molto in profondità, aiutando a correggere in modo efficace cicatrici, segni di acne e rughe profonde», prosegue il dermatologo. A differenza dei precedenti, sono trattamenti eseguiti in ambulatorio chirurgico con anestesia, perché provocano la necrosi del derma papillare e arrivano quasi fino al derma reticolare, il più profondo, e possono provocare gonfiore ed eritema per diversi giorni.

«Si utilizza generalmente fenolo, che è in grado di arrivare molto in profondità. È adatto a chi ha già la pelle molto segnata dall’invecchiamento, con rughe pronunciate e lassità accentuata, a chi desidera ridefinire l’ovale e rassodare in modo deciso i contorni del viso senza ricorrere a laser o lifting». I peeling medi e profondi non sono indicato in persone con pelle scura perché possono crearsi macchie scure da iperpigmentazione post-infiammatoria.

Peeling per il melasma

Per massimizzare i risultati e minimizzare gli effetti collaterali del trattamento, oggi sono sempre più usati i peeling combinati, che sfruttano diversi agenti usati a concentrazioni più basse, ma in successione all’interno della stessa seduta, per esempio acido salicilico al 25% e acido TCA al 10% in gel. Utili in particolare in caso di melasma, l’acido salicilico crea un’esfoliazione dello strato corneo che agevola la penetrazione del TCA applicato dopo, permettendo di agire sia sul pigmento superficiale (la macchia), schiarendolo, che sulla rigenerazione del derma. Inoltre l’azione sinergica dei due attivi permette di ridurre i possibili effetti collaterali come macchie e cicatrici.

In generale il peeling è un trattamento eseguibile solo in autunno e inverno e, in tutti i tipi di peeling, è necessaria una fotoprotezione totale rigorosa dopo il trattamento, per evitare l’iperpigmentazione post-infiammatoria.

 


 

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