È stato pubblicato sul sito Internet dell’Istituto Superiore di Sanità il nuovo rapporto ISTISAN in tema di cosmetici, con un focus specifico su sostanze chimiche e tutela della salute.

Oggi vi segnalo il nuovo rapporto ISTISAN 19/24, pubblicato in data 4 dicembre 2019 ed aggiornato il 17 gennaio scorso, sul tema del rapporto tra cosmetici, uso di sostanze chimiche e tutela della salute.

Il rapporto offre una serie di contributi multidisciplinari focalizzati su specifiche problematiche, proponendosi di fare il punto sui cosmetici a partire dal quadro normativo fino all’aspetto economico, culturale, medico-biologico, con attenzione alle differenze di genere e alle nuove frontiere della moderna cosmesi, incluso l’uso di nanomateriali.

Cosa è un cosmetico?

La cura e l’abbellimento del corpo sono da sempre presenti nella cultura umana e i prodotti per la cosmesi sono divenuti nel tempo sempre più sofisticati.

Per prodotto cosmetico si intende qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano o sui denti e sulle mucose della bocca, allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei.

I cosmetici vengono a diretto contatto con la pelle e le mucose e, poiché gli ingredienti sono moltissimi e comprendono anche sostanze chimiche, il loro uso costituisce una via di esposizione a sostanze che potrebbero anche essere sensibilizzanti, irritanti, nocive o tossiche.

Possibili rischi associati all’uso di cosmetici non si limitano tuttavia alla presenza di ingredienti allergizzanti o di contaminanti, ma includono anche la non corretta conservazione o l’uso improprio da parte dell’utilizzatori, i fattori individuali legati a peculiarità fisiologiche e genetiche della persona e le patologie in presenza delle quali ne è controindicato l’uso.

Il rapporto ISTISAN fa il punto dei principali temi aperti. Ecco alcuni flash d’interesse.

La regolamentazione attuale in materia di cosmetici

La valutazione, l’uso, l’immissione in commercio e le informazioni da trasmettere ai consumatori dei cosmetici attraverso l’etichetta sono regolamentati a livello europeo dal Regolamento (CE) 1223/2009 (cd. Regolamento Cosmetici), ma le sostanze utilizzate nei prodotti cosmetici rientrano anche nel campo di applicazione del Regolamento (CE) 1907/2006 sulla registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione dei prodotti chimici (cd. Regolamento REACH: Registration, Evaluation, Authorisation and Restiction of Chemicals) e possono dunque essere soggette agli obblighi previsti anche da tale regolamento, inclusa la registrazione presso l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA, European Chemical Agency) e la connessa produzione di dati tossicologici ed ecotossicologici.

Inoltre, i prodotti cosmetici rientrano nel campo di applicazione del Regolamento (CE) 1272/2008 sulla classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele (Regolamento CLP, Classification, Labeling and Packaging), strettamente connesso al Regolamento REACH.

 

Divieto di test su animali e tutela dell’utilizzatore

Secondo le prescrizioni del Regolamento Cosmetici, è proibita l’immissione sul mercato di prodotti cosmetici se la formulazione finale, le sostanze che la costituiscono (ingredienti) o il prodotto finito sono stati oggetto di test su animali.

Cosa fare dunque nei casi in cui le stesse sostanze utilizzate come ingredienti di una formulazione cosmetica presentano un rischio per la salute umana e l’ambiente, e hanno dunque obblighi anche ai sensi del Regolamento REACH? Il rapporto ISTISAN chiarisce qual è la posizione della Commissione Europea sui rapporti tra il Regolamento REACH e il Regolamento Cosmetici e costituisce una valida guida per i casi borderline (pagg. 56 e ss.).

 

Il mercato dei cosmetici green

Restano tuttora “orfani” di un Regolamento dedicato i cosiddetti cosmetici “green”, ovverosia quei cosmetici che dovrebbero essere caratterizzati da ingredienti di origine vegetale anziché da sostanze chimiche.

Bacche di acai, caffè, curcumina, tè verde, melograno, liquirizia, gelso di carta, arbutin e soia… La domanda di prodotti naturali o biologici tra i consumatori acquisisce popolarità sul mercato giorno dopo giorno.

L’Associazione Cosmetica Italia stima che il mercato della cosmesi verde, nel 2017, sia stato pari ad un miliardo e 100 milioni di euro in Italia e 45 miliardi e 800 milioni di euro nel mondo.

Nonostante i numeri, c’è ancora carenza di informazioni sulla regolamentazione dei cosmetici cd. “naturali” e mancano linee guida standardizzate per stabilire requisiti e procedure di produzione.

L’indicazione di base è quella di attenersi al Regolamento Cosmetici, che vale per tutti i cosmetici fabbricati e venduti in Italia e in Europa sia che si produca un prodotto “green” che di sintesi, e di riferirsi alla norma ISO 16128 (Guidelines on technical definitions and criteria for natural and organic cosmetic ingredients and products) – per definire gli ingredienti naturali, armonizzare il mercato e promuovere più trasparenza e responsabilità nell’ambito della cosmesi organica e naturale.

Ma il discorso cosmetici non si esaurisce nella regolamentazione, coinvolgendo molti altri aspetti della vita sociale e scientifica a partire dai cenni storici, le implicazioni sulla salute di genere, i materiali e le contraffazioni, i rischi per la salute e le strategie per la tutela della salute del consumatore.

 

Cosmetici, differenze di genere ed eventi avversi

È notizia degli ultimi giorni che i trattamenti estetici per uomo sono entrati nel paniere ISTAT 2020.

Nonostante l’incremento dell’uso dei cosmetici nel pubblico maschile, le differenze legate al genere continuano a pesare sia sull’uso – la donna giornalmente usa, infatti, una media di 14 cosmetici contro i 7 dell’uomo – sia sulla rispettiva risposta fisiologica all’esposizione agli agenti chimici contenuti, dalla suscettibilità agli effetti delle sostanze chimiche alla presenza nei cosmetici di ingredienti con una possibile specifica tossicità per il sesso femminile.

Tra gli effetti avversi più comuni legato all’uso dei cosmetici troviamo la dermatite irritativa da contatto, la dermatite allergica da contatto e la fotodermatite, tutte manifestazioni con una forte componente legata al genere. I cosmetici rappresentano la prima causa di dermatite allergica da contatto non professionale e le donne sono la maggioranza dei soggetti colpiti (es. la dermatite da contatto causata dal nichel ha un rapporto donne:uomini 3:1) sia per l’uso più frequente di tali prodotti, sia per la maggiore suscettibilità alla patologia, con localizzazioni tipiche alle palpebre e alle ascelle – per gli allergeni contenuti nel trucco e nei deodoranti – e alla fronte – a causa della para- fenilendiamina presente nelle tinture.

Le differenze di genere richiedono dunque una maggiore considerazione nella valutazione del rischio associato all’uso dei cosmetici. A causa del divieto di sperimentazione in vivo, a seguito del Regolamento 1223/2009, vi è un’urgente necessità di sviluppare modelli sperimentali alternativi in grado di apprezzare e approfondire le differenze legate al genere.

Il Rapporto tratta tanti altri argomenti d’interesse che, per ragioni di spazio, non possiamo esaminare in questa rubrica. Non mancate di consultarlo!

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Avv. Elena Bassan

Ci aggiorniamo presto con un nuovo, interessante argomento!

 

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