Mentre fino a 10 anni fa veniva attribuita esclusivamente all’età adolescenziale (12-20 anni), oggi l‘acne è una patologia che  colpisce sempre di più anche dopo e quindi si parla di acne tardiva.

«Può comparire per la prima volta in persone che non ne avevano mai sofferto o rimanifestarsi a distanza di anni dalla forma adolescenziale», spiega la professoressa Gabriella Fabbrocini, direttore dell’Unità operativa complessa di dermatologia e venereologia dell’Università di Napoli Federico II. Le stime dicono che sia il 51% delle donne di età compresa fra i 20 e i 29 anni a manifestare acne tardiva, il 35% fra i 30 e i 39 anni, il 26% nel decennio successivo. Un problema che secondo gli studi suscita sempre, a prescindere dall’età, disagio sociale e difficoltà relazionali, scolastiche e lavorative.

I fattori scatenanti dell’acne tardiva

Diversi studi si stanno concentrando sul perché l’acne interessi sempre di più le donne in età più adulta. «È accertata una predisposizione genetica e familiare, sulla quale si innescano fattori scatenanti sempre più diffusi che vanno identificati e, se possibile, corretti», prosegue l’esperta.

  1. I disordini ormonali. «Nell’80 % dei casi non vi è una vera patologia a carico delle ovaie, ma solo un atteggiamento funzionale che si ripercuote su un’aumentata sensibilità cutanea agli ormoni circolanti, per cui le pazienti non dimostrano alterazioni né a livello ecografico e laboratoristico», chiarisce Fabbrocini. «Le terapie ormonali devono essere ben indirizzate per evitare di peggiorare la situazione. Molto utile il drospirenone e lo spironolattone, meno i contraccettivi estroprogestinici. In una minoranza dei casi, circa il 15%, può essere presente una sindrome da ovaio policistico, associata a dismenorrea (mestruazioni anomale o dolorose), irsutismo (eccesso di peli) e ritenzione idrica che necessita di un corretto inquadramento multidisciplinare, sia ginecologico che dermatologico.
  2. Il fumo. «Crea un’ipercheratosi infundibolare perché la nicotina rappresenta un fattore proinfiammatorio importante», spiega la dermatologa. Secondo una ricerca del Harrogate district foundation trust (Regno Unito), il suo consumo potrebbe favorire la liberazione delle metalloproteasi e favorire la formazione di cicatrici più profonde.
  3. Alcuni cosmetici. Sotto accusa gli ingredienti comedogenici, come olio di cocco, burro di cacao, cera d’api. Si parla in questa casi di “acne cosmetica” e colpisce soprattutto viso, collo e cuoio capelluto.
  4. Lo stress. «Fa sì che si attivi la produzione di alcuni ormoni», afferma la specialista, «che risvegliano alcuni recettori presenti sulla superficie delle ghiandole sebacee, che vengono iperstimolate aumentando la proliferazione batterica e l’infiammazione del follicolo».
  5. L’eccesso di zuccheri. Il consumo elevato di prodotti molto zuccherini e con un alto indice glicemico, come merendine confezionate, bibite gassate, latte scremato, possono peggiorare i sintomi dell’acne tardiva. Uno studio ipotizza che un eccesso di cibi ricchi di vitamina B12 (carne, pesci grassi, crostacei, uova e latticini) può indurre il batterio Propionibacterium acnes a secernere porfirina, una molecola infiammatoria.

Le cure step by step

  1. Forme lievi o moderate di acne tardiva: la cura prevede farmaci a base di retinoidi, derivati della vitamina A, in crema, gel o soluzione liquida.
  2. Forme moderate-gravi di acne tardiva: si associano antimicrobico in crema, come il benzoile perossido al 5-10%, sostanze esfolianti, come l’acido azelaico al 20% o l’acido salicilico al 3-5%, antibiotici in crema, come la clindamicina, o per bocca come le tetracicline (doxiciclina, limeciclina, metaciclina, minociclina). I macrolidi sono utilizzati nei rari casi in cui le tetracicline sono controindicate. «Le linee guida suggeriscono una durata massima del trattamento antibiotico di tre mesi e la sospensione anticipata a sei-otto settimane nel caso in cui non si ottengano i risultati attesi», sottolinea la dottoressa.
  3. In caso di fallimento della terapia antibiotica: si ricorre all’isotretinoina, un derivato della vitamina A. «Oggi però esistono anche topici a base di retinoidi che talvolta possono sostituire, in termini di efficacia, il sistemico», sottolinea la professoressa.
  4. Per le forme di acne tardiva medio-gravi è raccomandata anche l’associazione di un retinoide topico, come l’adapalene, con il benzoile perossido. Il farmaco che li associa è disponibile in gel: può essere usato sia nella fase di attacco che di mantenimento e si applica una volta al giorno, preferibilmente alla sera.

L’aiuto dei cosmeceutici

«Da associare ai farmaci, i cosmeceutici contrastano i meccanismi alla base dell’acne tardiva e riducono gli inestetismi, migliorando l’aspetto della pelle», continua la specialista. «Ce ne sono tanti, vediamo i più innovativi».

  1. La niacinamide (vitamina PP o B3) ha azione antinfiammatoria, antibatterica e seboregolatrice: evita l’effetto rebound (ricomparsa dei sintomi) alla sospensione dei farmaci.
  2. L’associazione di clindamicina e acido retinoico in gel svolge azione antibatterica ed esfoliante: si applica alla sera per circa tre mesi.
  3. L’associazione di microspugne di argento (microsilver), antibatteriche naturali, e Alukina, un composto di allume di rocca, Retinil palmitato e acido 18-beta-glicirretico, astringente e antinfiammatorio, può essere utilizzata per lunghi periodi senza rischi per la pelle.
  4. L’acqua ossigenata in gel: formula recente, forma una pellicola protettiva che difende la cute dagli agenti esterni e previene le infezioni.