L’Eritrosi, la Couperose, la Rosacea e tutti gli altri quadri dermatologici correlati rappresentano una delle patologie più frequenti in Dermatologia. In alcuni paesi dove predominano i fototipi chiari risultano avere un’incidenza del 10%. Tali patologie sono caratterizzate da una sintomatologia che manifestandosi principalmente sul volto ha un impatto sociale e relazionale molto rilevante. Pertanto, numerose Associazioni sono sorte con lo scopo di divulgare informazioni, sovvenzionare ricerche e distribuire materiale informativo. Negli Stati Uniti un gruppo di medici e pazienti fondò nel 1996 la National Rosacea Society (www.rosacea.org) che nel 2002 riuniva una commissione di esperti per elaborare criteri classificativi univoci di inquadramento diagnostico dei diversi sottotipi di rosacea, designando, tra l’altro, il mese di Aprile come il  “Rosacea Awareness Month”. In Italia nel 2005 è nata la “A.I.T.E.R. onlus” (Associazione Italiana Tutela Pazienti Affetti da Eritrosi – Rosacea) (www.eritrosi.org) con lo scopo di aiutare concretamente le persone affette da Eritrosi – Rosacea.
Proprio per il forte impatto estetico, sociale e psicologico-relazionale in Dermatologia si sono sempre cercati nuovi ed efficaci approcci terapeutici, farmacologici e fisici; in particolare, in campo Laseristico si è dedicata molta attenzione a queste patologie e molti sono i Sistemi Laser che negli anni sono stati utilizzati. In questo articolo presenterò una sorta di “excursus” sulle diverse Sorgenti Laser adoperate e sulla loro efficacia, presentando anche le ultime proposte per il trattamento dell’Eritrosi e relativi quadri dermatologici associati.
Il primo sistema utilizzato con un certo successo per un paio di decenni e fino a non molti anni fa è stato il Laser ad Argon (materiale attivo: il gas Argon), con una lunghezza d’onda l tra i 488 – 514 nm (luce blu-verde), sicuramente uno dei Laser più diffusi ed usati nel trattamento della Couperose, specie per le forme teleangiectasiche. I suoi limiti principali erano rappresentati dalla emissione continua (non pulsata) e dallo spot di piccole dimensioni (0,5 – 2 mm); con questo laser si rischiavano lesioni ai tessuti circostanti (esiti cicatriziali) e si poteva operare solo in quei casi in cui i capillari dilatati erano ben visibili (restavano quindi esclusi dal trattamento i casi di Couperose eritematosa e di Eritrosi vera e propria).
Un altro Laser, venuto dopo l’Argon, molto utilizzato ancora oggi, è il Laser KTP. Questo Laser (materiale attivo: un cristallo di Potassio-Titanil-Fosfato, KTP) ha una l di 532 nm (luce verde) assorbita, come l’Argon, molto bene dall’ossiemoglobina. Il Laser KTP mostrava di avere performances superiori al Laser ad Argon perché la qualità del suo impulso, non ancora pulsato ma cosiddetto “quasi-continuo”, consentiva di essere più selettivi sul bersaglio vascolare creando minori effetti collaterali (esiti discromici e/o cicatriziali).