Una calorosa accoglienza con bandiera italiana sullo schermo della sala riunioni, un poster dedicato all’«Incontro con il Centro Italiano per la Cura della Vitiligine», biglietti da visita scambiati con il sorriso di chi sa che sta scrivendo una pagina importante di collaborazione scientifica. Il Prof. Giovanni Leone, Responsabile delle Relazioni Internazionali della International Society of Plastic-Aesthetic and Oncologic Dermatology (ISPLAD) e Coordinatore Scientifico dell’Area Dermatologia e del Centro di Fotodermatologia e Cura della Vitiligine dell’Ospedale Israelitico di Roma e Direttore Accademico della International School od Derma (ISD), è appena rientrato da una missione di alto profilo presso il National Hospital of Dermatology and Venereology di Hanoi, la capitale vietnamita.

«Sono rimasto davvero impressionato», racconta lo stesso Prof. Leone. «Abbiamo lavorato tutta la mattina in un tavolo bilaterale estremamente fruttuoso. I colleghi vietnamiti hanno organizzato tutto con grandissima cura: dal direttore dell’ospedale al presidente della loro Società Dermatologica, il Prof. Le Huu Doanh, fino al Prof. Nguyen Huu Sau, una delle massime autorità sulla vitiligine nel Sud-Est asiatico».

Un confronto sulle cure più nuove

Prof. Nguyen Lan Sau Presidente della Società Vietnamita di Laserterapia Dermatologica

Il Prof. Giovanni Leone, a sinistra, con il Prof. Nguyen Lan Sau, Presidente della Società Vietnamita di Laserterapia Dermatologica

Al cuore del tavolo tecnico bilaterale si sono affrontati tutti i temi oggi più caldi nella gestione della vitiligine e dei disordini della pigmentazione.

Si è partiti dalla necessità di una sempre più raffinata fenotipizzazione clinica: distinguere precocemente le forme instabili da quelle stabili, identificare i sottotipi segmentari, non-segmentari, misti o universali, e riconoscere i fenotipi a rischio di progressione rapida è infatti il presupposto per una terapia realmente personalizzata.

Ampio spazio è stato dedicato al ruolo rivoluzionario degli inibitori di JAK, sia topici (ruxolitinib crema all’1,5% ormai consolidato) sia sistemici (baricitinib, upadacitinib, povorcitinib in fase avanzata). I colleghi vietnamiti hanno riportato esperienze molto positive soprattutto nelle forme diffuse e rapidamente progressive, con percentuali di ripigmentazione che in alcuni casi superano il 70-80% dopo 12-18 mesi di terapia.

Si è discusso a lungo di ottimizzazione della fototerapia: dal corretto utilizzo delle cabine full-body e hand-foot UVB-NB fino al ruolo sempre più centrale del laser a eccimeri 308 nm, utilizzato ad Hanoi con protocolli twice-weekly ad alte fluences che permettono di trattare chiazze altrimenti refrattarie in sole 12-16 sedute.

I trapianti: una tecnica sempre più efficace

Un capitolo a parte ha riguardato i trapianti con sospensione cellulare epidermica mista di melanociti e cheratinociti senza ricorso alle colture cellulari: il centro vietnamita, come ha sottolineato il Prof. Leone, «esegue oltre 50 casi l’anno con la medesima tecnica che utilizziamo a Roma, ottenendo risultati estetici eccellenti anche su zone difficili come palmi, piante, dita e aree periorifiziali». Presso l’Ospedale Generale di Dermatologia di Hanoi esiste un reparto interamente dedicato a questo tipo di trapianti.

Infine, grande curiosità ha destato la presentazione di una nuova crema antiossidante interamente sviluppata dai laboratori di Hanoi: una formulazione a base di estratti vegetali locali ad alta capacità di contrasto dello stress ossidativo epidermico, già testata con successo in combinazione con la fototerapia e che potrebbe presto entrare in protocolli integrati.

Uno scambio, dunque, a 360 gradi: non solo know-how italiano esportato, ma anche preziose innovazioni che torneranno utili ai pazienti di tutto il mondo.

Un Simposio dedicato alla vitiligine

Il momento culminante è stata la firma di un protocollo d’intesa in cui le Società Vietnamita di Dermatologia entra in partnership con la ISD, affiliata all’Università di Barcellona, Spagna, per l’organizzazione di corsi di formazione per dermatologi e altre iniziative educazionali, e l’avvio di una collaborazione più stretta tra la società Vietnamita di Dermatologia e il Centro per la Vitiligine dell’Ospedale Israelitico il cui primo passo consisterà nell’organizzare, nel corso del 2026, il primo Simposio Italo-Vietnamita interamente dedicato alla Vitiligine, con sessioni alternate tra Roma (in modalità virtuale da remoto) e Hanoi.

«Questo accordo rappresenta solo l’inizio», conclude Leone. «La mia successiva visita alle strutture di  un altro importante ospedale vietnamita, l’Ospedale Nazionale 199, di Danang, dove ha sede un importante reparto di Dermatologia, nel corso della quale ho partecipato a una conferenza congiunta insieme ai colleghi vietnamiti, in cui ho presentato in dettaglio la nostra attività clinica e di ricerca sulla vitiligine all’Ospedale Israelitico, è stata il passo successivo per proseguire il percorso». ISPLAD, con la sua vocazione internazionale, vuole essere sempre più il ponte tra la dermatologia italiana di eccellenza italiana e i centri di eccellenza del mondo. La vitiligine, che colpisce l’1-2% della popolazione globale senza distinzione di latitudine, merita una risposta scientifica senza confini.