I casi di melanoma in Italia sono in crescita. Se si esclude un lieve decremento fatto registrare nel 2019, la malattia è aumentata in modo rilevante negli ultimi dieci anni, con un +15% rispetto al dati del 2011. Si stima addirittura che, nel mondo occidentale, l’incidenza del melanoma raddoppi col trascorrere di ogni decennio.  E si teme che con la pandemia e i conseguenti ritardi di visite specialistiche e screening i dati aumenteranno vistosamente nei prossimi mesi. Resta il fatto che il melanoma è il tumore che negli ultimi anni ha fatto registrare il maggiore aumento nel tasso di incidenza e sebbene sul fronte delle terapie siano stati fatti dei passi avanti molto rilevanti, la prevenzione e la diagnosi precoce restano alleati fondamentali.

Lo studio sullo screening

Un recente studio italiano ha affrontato la questione dello screening del melanoma e in particolare il tipo di reclutamento da attuare per intercettare più casi possibile. Dal 2010 al 2019 sono state reclutate 2238 (età media 44 anni) attraverso tre metodi diversi: 1) esami cutanei regolari, condotti principalmente attraverso la rete dell’Associazione Contro il Melanoma; 2) screening occasionale del melanoma, durante le campagne pubbliche annuali e 3) screening selettivo, in cui le persone sono state invitate a sottoporsi a un controllo cutaneo dopo aver compilato un questionario di valutazione del rischio, nei casi in cui l’esito fosse risultato di rischio intermedio/alto. È emerso che lo screening selettivo ha ottenuto risultati significativamente migliori nella selezione di soggetti con una storia familiare di melanoma e fototipi I-II . In pratica, la valutazione precedente di fattori di rischio noti del melanoma ha consentito un’efficace selezione della popolazione da sottoporre a screening.

Gli strumenti della diagnosi precoce

«Oggi con gli strumenti che abbiamo a disposizione si riesce a fare diagnosi di melanoma anche in lesioni molto piccole e con spessori di qualche decimo di millimetro grazie alla dermatoscopia, alla videodermatoscopia e alla dermatoscopia digitale» spiega Giulio Ferranti specialista in Dermatologia e Anatomia Patologica e membro del Consiglio direttivo Isplad. «La luce polarizzata emessa da questi apparecchi penetra nell’epidermide e si possono cogliere delle strutture che ad occhio nudo non sono visibili. In questo modo si possono distinguere oltre 40 parametri in più e questo alza la precisione diagnostica fino al 97-98%. Con l’avvento del digitale, inoltre, le immagini si possono conservare e confrontare nel tempo per osservare eventuali modificazioni nel tempo».

Il melanoma all’esordio

Ma come appare un melanoma all’esordio guardandolo con il dermatoscopio? In vari modi, per esempio come una piccola macula blu-nerastra. «Ingrandendo l’immagine col dermatoscopio si potrà osservare che la rete ha una pigmentazione grigio-nerastra, che compaiono dei dots, cioè dei punti irregolari, e delle strie in periferia. Se invece non compaiono strie e dots, la rete è prominente e le maglie chiare, facilmente si tratta di una lentigo reticolata, una lesione benigna. La dermatoscopia su lesioni cliniche apparentemente simili, può dirimere quelle pericolose da quelle non pericolose». Con questi criteri si riesce a individuare un melanoma in fase precoce, ancora superficiale e con uno spessore inferiori a 0,7-0,8 millimetri e a risolvere così il problema con una normale esportazione.

Una diagnosi differenziale

Un’altra presentazione dei melanomi all’esordio sono le macchie marroni, brunastre. «Col dermatoscopio si possono distinguere maglie di rete “a chicchi” e la presenza di interruzioni lungo i solchi cutanei superficiali; ancora si osservano spesso destrutturazione della rete, a globuli e irregolare e il fenomeno di peppering, piccoli punti di pigmentazione aggregati. La presenza di aree di colore grigio-bluastro è in genere tipica di melanomi superficiali» prosegue Ferranti.
Un melanoma si può manifestare anche quando compare un’ area di rete eccentrica, per esempio un melanoma in situ su nevo displastico o congenito. Ancora: una piccola papula rossa è una lesione da non trascurare mai: spesso difficile da individuare può trarre in inganno. Anche in questo caso, un forte ingrandimento può rivelarsi determinante: la presenza, per esempio, di un pattern vascolare puntiforme è la spia che si tratta di un melanoma.