di Giuseppe Parodi E’ ormai accettato comunemente il concetto che la causa fondamentale dell’acne sia ormonale e su tale concetto ruota gran parte delle analisi e delle terapie dermatologiche. Tuttavia un ruolo eziologico è svolto indubitabilmente anche da fattori esogeni e fra questi, principalmente, dai cosmetici.
Fu Kligman a introdurre nel 1972 la nozione di “acne cosmetica”. Più recentemente, nel suo libro “Acne e rosacea “ha specificato ulteriormente la acne cosmetica differenziando la comedogenicita di un cosmetico dalla acnegenicità dello stesso. Nel primo caso si assiste alla chiusura del follicolo sebaceo, cui segue la comparsa di papulo pustole; nel secondo caso si tratta essenzialmente di una follicolite provocata da sostanze irritanti le quali, danneggiando il follicolo, consentono al sebo di determinare nella cute una reazione tossica. La prima richiede settimane per svilupparsi, la seconda può insorgere rapidamente. Kligman arriva a sostenere per la dermatite periorale, in determinati casi, un’origine di questo tipo.
Secondo Kligman molte sostanze utilizzate per la cura dell’acne stessa sono comedogeniche: lo stesso benzoil perossido, o le sostanze che veicolano gli antibiotici topici. Esistono poi sostanze contenute nei detergenti, nei tonici quali conservanti, profumi che pur non essendo comedogeniche possono scatenare l’azione di altre sostanze comedogeniche.