Dal 2nd Internation Meeting ISPLAD “High Technology in Dermatology”

Negli ultimi 5 anni, secondo i dati dell’Osservatorio ISPLAD, che saranno presentati domani all’inaugurazione a Roma deI congresso della Società Internazionale-Italiana di Dermatologia Plastica-Rigenerativa e Oncologia, sono aumentate del 70% le richieste di correzione degli esiti di precedenti interventi estetici e sono in costante aumento le reazioni avverse per l’impiego di filler e di altre sostanze.
 
Come dire: la lotta a tutti i costi contro i segni dell’invecchiamento può provocare danni ben maggiori se non ci si affida alle mani di figure professionali esperte oppure si utilizzano disinvoltamente prodotti o metodiche tutt’altro che privi di rischi ed effetti collaterali. D’altro canto, i risultati di interventi scellerati con visi e lineamenti completamente traditi da interventi di dermatologia estetica “estrema” sono sempre di più sotto gli occhi di tutti, anche in volti famosi.

“Le rughe non devono essere considerate nemici del nostro volto – afferma Antonino Di Pietro, Presidente Fondatore di ISPLAD –  a volte, infatti, sono proprio le rughe che rendono certi visi così particolari e unici; piuttosto, è la pelle nel suo insieme che va curata ed aiutata a rigenerarsi. Le nuove linee guida antiage, non si identificano nello ‘spianamento’ delle rughe a tutti i costi, ma nei trattamenti per curare, e ancor di più prevenire, il fisiologico deterioramento e impoverimento del derma causa dell’invecchiamento cutaneo, ridonando alla pelle idratazione, turgore ed elasticità”.
“Inoltre – conclude il dermatologo – nella mia esperienza ambulatoriale noto che una certa accettazione delle rughe è propria di persone con migliore autostima. E queste persone, comunque, non rinunciano a trattamenti di cura della pelle, senza però il tratto ossessivo della paura della ruga”.


“Il campo dell’estetica, come viene spesso inesattamente e semplicisticamente definito, ha prestato il fianco, negli anni  passati, a molta approssimazione”, dichiara Andrea Romani, Presidente ISPLAD. “Forse a causa della prepotente richiesta di interveti estetici da parte del mercato il paziente in molti casi viene ritenuto un ‘cliente’. Medici autodidatta, per il solo fatto di essere laureati in medicina, hanno ritenuto, e qualcuno ancora lo ritiene, di potersi cimentare in questo campo, dove invece è necessaria una profonda competenza”, prosegue Romani. “Si sono quindi visti esperti di laserterapia, definitisi come tali solo per il fatto di avere acquistato uno strumento, con il rischio che venga usato in modo indiscriminato su nei e melanomi, scambiati per macchie della pelle. Tutto senza quella necessaria esperienza e la formazione nel suo impiego, che presuppongono una conoscenza approfondita della pelle, propria del dermatologo”, puntualizza.


“Stiamo parlando di appropriatezza degli interventi – conclude Romani – che devono essere erogati dalle figure di riferimento per quella materia. In gioco c’è la centralità del paziente – ripeto, mai cliente – al quale devono essere garantiti interventi appropriati, dopo un’anamnesi completa del suo caso, e non della ruga. Sempre restando al caso dell’applicazione del laser o della luce pulsata, prima di un intervento, il dermatologo deve assicurarsi che il paziente non abbia assunto, per esempio, sostanze fotosensibilizzanti, quali farmaci, come alcuni antibiotici, o non siano state assunte droghe”.


Fonte: Pagine Mediche