Argenziano | Melanoma mucosale

Il Prof. Giuseppe Argenziano

Il melanoma è un tumore dovuto alla proliferazione incontrollata dei melanociti, cellule che hanno il compito di produrre la melanina, pigmento naturale protettivo. I melanociti sono presenti nello strato superficiale della pelle ma anche in altri tessuti come alcune parti dell’occhio e nelle mucose.

Il melanoma può manifestarsi quindi in tutte le sedi in cui sono presenti i melanociti: accanto al melanoma cutaneo, il più comune e con numeri in crescita, vanno presi in considerazione anche il melanoma intraoculare e il melanoma mucosale. «Quest’ultimo interessa le mucose di bocca, naso, ano, vulva e vagina rappresentando una neoplasia rara, ma particolarmente aggressiva» spiega il professor Giuseppe Argenziano, direttore della Clinica Dermatologica Università della Campania Luigi Vanvitelli.

I numeri del melanoma mucosale 

I melanomi non cutanei rappresentano circa il 4-5% di tutti i melanomi. L’80% è costituito dai melanomi uveali che si sviluppano a livello dell’uvea. I melanomi della mucosa rappresentano solo l’1% di tutti i melanomi ma costituiscono il 6% dei tumori vulvari e il 9% di quelli vaginali. Sono quindi più frequenti nelle donne proprio a causa del più alto tasso di incidenza delle lesioni nel tratto genitale femminile.

melanoma oculare

«Il melanoma delle mucose resta in ogni caso un evento raro: per fare un esempio pratico si potrebbe dire che nell’arco di tutta la sua pratica clinica un dermatologo potrebbe incontrarne uno o due, mentre parlando di melanoma cutaneo le stesse cifre si possono riferire a un solo mese di visite» continua il professor Argenziano. 

Non determinati i fattori di rischio 

«Bisogna tener conto però del fatto che, oltre ad essere raro, il melanoma mucosale è un tumore aggressivo, ad evoluzione rapida e in genere con prognosi infausta» continua l’esperto. Sulla base di uno studio retrospettivo è stato calcolato che il tasso di sopravvivenza a 5 anni per questo tipo di tumore si aggira attorno al 10-20% contro un 93% del melanoma cutaneo.

«Se l’esposizione solare viene considerata uno dei principali fattori di rischio del melanoma cutaneo, non è stata riscontrata alcuna associazione tra il melanoma delle mucose e le radiazioni Uv» continua il professor Argenziano. «Ad oggi non sono noti fattori di rischio legati a questo tipo di tumore che in ogni caso interessa nella stragrande maggioranza dei casi una popolazione anziana».

Alcuni studi hanno indicato come possibili fattori di rischio il fumo, l’esposizione ad agenti cancerogeni e la presenza di malattie infiammatorie croniche ma ad oggi nessun dato scientifico ha confermato la validità di queste ipotesi. 

Eziologia e patogenesi

Insieme ai fattori di rischio, anche eziologia e patogenesi del melanoma mucosale sono poco conosciuti. «Si tratta per lo più di tumori asintomatici e questo sicuramente ne ritarda la diagnosi» commenta l’esperto. «In alcuni casi evolvono a partire da nevi e macchie pigmentate presenti a livello della bocca, della vulva e della vagina e spesso rilevate casualmente soprattutto durante visite ginecologiche».

In questi casi si suggerisce il ricorso tempestivo a controlli più approfonditi. Indagini strumentali di II livello differenziate in base al distretto sospetto consentono un distinguo tra lesioni pigmentate e lesioni melanotiche. 

Difficoltà nella prevenzione 

«Le difficoltà nel rilevare le lesioni, collocate in posizioni oscure e difficilmente raggiungibili dal dermatoscopio, e il conseguente ritardo nella diagnosi rappresentano le principali ragioni che portano i melanomi delle mucose a una prognosi peggiore rispetto a quelli cutanei» conferma il professor Argenziano. La mancata conoscenza dei fattori di rischio determina anche l’impossibilità di una prevenzione. A rendere ancora più grave il quadro va tenuto presente, infine, che anche l’evoluzione del melanoma mucosale non è conosciuta mancando un sistema di stadiazione completo ed efficace. 

Terapia dei melanomi mucosali

«La chirurgia resta la principale opzione terapeutica per il melanoma mucosale» spiega il professor Argenziano «alla quale si possono affiancare altre metodiche come la radioterapia, da valutare comunque in base alle situazione clinica». Nel caso della malattia metastatica è recente il ricorso anche all’immunoterapia che sta guadagnando terreno come per altri sottogruppi di melanoma. In alcuni studi sono stati valutati gli agenti anti-CTLA-4 e anti-PD-1/PD-L1 (ipilimumab, nivolumab pembrolizumab), mentre altre ricerche sono in corso. 

Conclusioni

Il melanoma delle mucose è una rara patologia biologicamente e clinicamente diversa dai melanomi cutanei, più aggressiva e con una prognosi peggiore. Si è quindi di fronte a un campo di studio aperto: l’urgenza primaria è quella di intercettare biomarcatori per le lesioni con una maggior tendenza alla trasformazione maligna.

 


 

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